ECONOMIA CIRCOLARE AMBIENTALE

PROGETTO PILOTA

Anno: da definire

Il progetto proposto prevede l’erogazione di una serie di interventi d’inclusione nei confronti di persone tra i 25 e i 54 anni di età sottoposte ad un provvedimento definitivo di condanna, in regime di media sicurezza senza aggravanti di pericolosità sociale.

Le attività in cui i beneficiari saranno coinvolti sono di due tipologie.

Da un lato sono previste delle attività propedeutiche che saranno svolte attraverso azioni di presa in carico di orientamento, empowerment, e counseling psicologico e ciò attraverso le antropologie applicate alla criminologia riabilitativa e tratta mentale.

Dall’altra verranno organizzati quattro diversi laboratori formativi atti a fornire delle conoscenze specifiche ai beneficiari tali da permettergli di apprendere un mestiere per un futuro inserimento lavorativo in abito dell’economia circolare ambientale. In questo senso i tre soggetti proponenti, che già operano con il mondo della detenzione per il reinserimento lavorativo, saranno un elemento portante per un futuro inserimento lavorativo nonché quale supporto alla creazione di start-up nel mondo delle attività green e dell’economia circolare. 

Il fine dell’intervento è pertanto il recupero del detenuto che deve passare attraverso attività tendenti a favorire la formazione a tutto tondo le quali possano determinare nel soggetto lo svelarsi di alternative idealistiche sul mondo e i meccanismi sociali che lo regolano. L’intervento, pertanto, deve essere in grado di aumentare le possibilità dei punti di vista e della molteplicità, capaci di sottrarre l’individuo dal riduzionismo entro il quale il sistema del pensiero retrostante al delitto ha contribuito all’insorgere di una visione univoca e fortemente legata alle epistemologie ambientali primarie che si estrinseca in:

  • sviluppare migliori attitudini nell’interpretare la prevalenza della realtà strutturale sociale e avviare laboratori inclusivi al fine di supportare attività di reinserimento;
  • supportare la costruzione dei rapporti sociali e familiari;
  • supportare un inserimento lavorativo al fine di inserire/reinserire la persona nella società;
  • acquisire competenze nel saper fare, determinano statisticamente una diminuzione esponenziale del rischio di reiterazione del reato.

Contemporaneamente al percorso, che avrà una durata di circa 12 mesi, i beneficiari saranno attivi nei seguenti progetti svolti all’interno dei carceri:

  • Alberi di Roma
  • Boschi attivi
  • Coltivazione verticale
  • Architettura Urbana dei Giardini

Per ogni attività verrà creato un profilo social, per la promozione, ed un sito internet, per la vendita dei prodotti che verranno realizzati dai beneficiari, gestiti dai soggetti promotori.

Il progetto è stato creato per poter essere adattabile e replicabile all’interno di diversi istituti carcerari ma, sempre tenendo conto che per essere performante in termini di future attività lavorative per i beneficiari, non potrà partecipare più di un istituto per Regione. 

Altresì, è interesse collettivo che i beneficiari possano avviare delle proprie start-up al termine del periodo di detenzione, grazie a quanto appreso nei mesi di sviluppo delle “Attività”, dove è necessario, da parte dei soggetti promotori, non rendere il mercato saturo.

Di seguito una breve descrizione delle “Attività”.

Alberi di Roma

L’attività, che prevede la creazione di un brand denominato “Alberi di Roma”, favorisce il recupero e la valorizzazione del legno degli alberi urbani che, per ragioni di età, instabilità, nuove necessità di pianificazione territoriale, periodico rinnovo delle alberature urbane, devono essere abbattuti. Tale progetto si fonda su un’economia circolare e sulla conservazione del capitale naturale, per preservare il legno e favorire la seconda vita degli alberi di città, con la creazione di manufatti unici ed irripetibili, e ciò grazie ad un legno urbano spesso caratterizzato da forme e dimensioni particolari e non comuni.

Altrsì, il Progetto promuove da un lato il valore del legno urbano e dall’altro le cooperative nonché le società che aderiranno a tale progetto; sia mediante l’impiego di segherie mobili, che permettono di lavorare alberi dalle taglie e dalle forme non «industriali» ma anche direttamente presso il luogo di taglio, sia mediante le tecniche di lavorazione artigianale e di resinatura delle splendide assi di legno urbano. L’attività è orientata alla tutela climatica: la conservazione del legno comporta anche la conservazione dello stock di carbonio accumulato nella biomassa delle piante, evitando così che venga generata CO2 che in atmosfera contribuisce al riscaldamento climatico.

Abbattimento degli alberi, segagione e trasformazione in tavole, immissione delle tavole sul mercato e loro impiego a fini produttivi per la produzione di prodotti unici e «locali»: questa la filiera, che viene garantita attraverso un innovativo sistema di marcatura e di gestione digitale della tracciabilità, mediante il quale ciascuna tavola può essere identificata e tracciata dalla sua fase di produzione fino all’impiego nel manufatto finale, con la possibilità implementare la certificazione PEFC, secondo il recente schema di gestione delle “foreste urbane”. 

Boschi attivi

Attraverso l’Attività “Boschi attivi” i soggetti promotori ritengono di poter creare opportunità di sviluppo economico condiviso attraverso una gestione ambientale sostenibile. 

Boschi attivi nasce con l’intento di creare una piattaforma che consenta di gestire, un modo comunitario, i boschi privati e/o pubblici presenti all’interno delle regioni, al fine di creare e gestire l’economia circolare nonché metterla al servizio dei boschi italiani.

La gestione circolare e condivisa della catena del valore (nei suoi aspetti tecnici, commerciali e legali) sarà applicata di ettaro in ettaro.

In Italia ci sono 10,6 milioni di ettari di boschi e foreste, ma oltre il 50% è abbandonato e versa in uno stato di degrado che espone il territorio al forte rischio di sviluppare incendi, i cui effetti sono amplificati dalla mancanza di manutenzione. Spesso ciò che accade, a causa delle dimensioni ridotte del bosco, un ettaro, appunto, non consente di coprire i costi della manutenzione. La piattaforma consentirà la partecipazione di privati, possessori di tali beni, nonché del pubblico, per la partecipazione in sharing delle attività forestali. Il team dei beneficiari, in collaborazione con esperti, aiuteranno a valorizzare il bosco in modo attivo, scegliendo le modalità di gestione – taglio legname, valorizzazione ricreativo turistica, mantenimento, ecc… – nonché mixate tra di loro. Inoltre, verranno creati matching con aziende del settore per l’accesso al network di imprese che costituiscono l’intera filiera forestale (imprese boschive, associazioni di trekking, costruttori di parchi avventura, studi di progettazione e consulenza). 

Il valore di un ettaro di bosco viene unito, in funzione di cui sopra, insieme agli altri nel momento in si inserisce nella piattaforma. L’obiettivo è la valorizzazione sostenibile del patrimonio boschivo italiano, mediante l’aggregazione dei terreni forestali, attraverso processi di economia circolare e condivisa. I soggetti proponenti sono convinti che la cura del territorio possa e debba coniugarsi con nuove opportunità di sviluppo, e che creare una nuova filiera corta e virtuosa per i prodotti forestali sia anche un modo per contrastare l’inquinamento e l’illegalità.

Architettura urbana dei giardini

L’attività nasce dalla volontà di unire la crescente esigenza di spazi verdi nelle nostre città sia dal punto di vista del riscaldamento globale sia dal punto di vista della salute mentale e fisica di ogni individuo, attraverso la semplificazione e l’accessibilità per tutti alla progettazione del giardino si possono ottenere ambienti confortevoli e spazi esterni funzionali nelle nostre case. L’intento è di garantire, quindi, a chiunque la possibilità di vivere uno spazio esterno piacevole con l’obiettivo ultimo di rendere più verde l’ambiente urbano nonché partecipare alla valorizzazione del vivere domestico.

Il progetto prevede la creazione di un team di sviluppo di cofanetti che includono le linee guida per la progettazione e la pianificazione di spazi aperti, sia esso un piccolo balcone o un grande giardino. Le linee guida arrivano insieme a dei cofanetti e contengono i mezzi necessari per una facile progettazione del giardino in autonomia. Includono anche una lista di piante adatte a luoghi soleggiati in un clima temperato e il know-how, suggerimenti per abbinare le piante, per prendersene cura nelle varie stagioni e godere un meraviglioso spazio esterno.

Al fine di promuovere al meglio il lavoro svolto e renderlo fruibile, i kit saranno resi disponibili sia in lingua italiana sia in inglese.

Coltivazione verticale

Le coltivazioni verticali sono dei centri di autoproduzione di cibo, in quanto sono edifici che mirano a ricreare le situazioni ambientali adatte alla crescita di varie tipologie di piante e ortaggi. Possono essere grattacieli adibiti esclusivamente alla produzione di cibo e all’agricoltura, o possono essere anche piccoli edifici, o ancora, possono esistere situazioni ibride dove l’edificio è utilizzato sia per viverci, sia per produrre.

Si stima infatti che per il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9 Miliardi di abitanti. Il problema risiede nel fatto che circa il 70% dei territori disponibili per l’agricoltura sono già impegnati. Il restante 30% non è sufficiente per il previsto incremento della popolazione. 

Nasce quindi l’idea di rinserire all’interno delle città l’attività produttiva, che una volta ne faceva parte, e che ha subìto un processo di esilio progressivo. Le città si sono trasformate in centri di servizi escludendo totalmente dal disegno urbanistico delle città il lato produttivo. Il team di sviluppo, composto dai beneficiari e da esperti, allestirà una “serra verticale” per le coltivazioni idroponiche. Questa modalità di coltivazione consente di poter usare acque reflue (cioè di scarico) per nutrire le piante. Il metodo di coltivazione idroponico è infatti un sistema naturale di depurazione delle acque poiché le sostanze tossiche e inquinanti (nutrienti) presenti all’interno del fluido sono assorbite dalle piante per i loro processi vitali. Nutrendosi, quindi, le piante purificano le acque usate per l’irrigazione producendo acqua potabile e disponibile come risorsa idrica per l’uomo. Da ciò nasce un ulteriore vantaggio, e cioè quello di utilizzare molta meno acqua per l’irrigazione rispetto a una coltura tradizionale, ovvera circa il 90% in meno. 

I vantaggi che derivano dalla costruzione di una coltivazione verticale sono molteplici e riguardano sia la sfera strettamente scientifica che quella sociologica.

Essere un sistema controllabile, inoltre, consente altresì di non usare pesticidi o erbicidi sulle colture, ottenendo in questo modo un prodotto biologico nonché controllato, senza tracce di inquinanti al suo interno. Inoltre, gli spazi di coltivazione verticale rappresentano a tutti gli effetti una rivoluzione sociale. Sono il coronamento del concetto moderno di agricoltura urbana.

Se sei interessato a sostenere il progetto visita la pagina DONAZIONI